Basta generalizzare

Siamo stanchi. Stanchi di essere accomunati ai pochi incivili che non raccolgono gli escrementi dei loro cani come se fossimo tutti parte dello stesso branco maleducato. Siamo stanchi di leggere sui social o sui cartelli appesi nelle vie della città frasi come "I padroni dei cani sono zozzoni". Ma vi rendete conto della stupidaggine? Basta fare una passeggiata per capire che non è così: certo, qualche padrone maleducato esiste, ma la stragrande maggioranza si china, sacchetto alla mano, per mantenere pulito il marciapiede.
Il 44,7% degli italiani convive con almeno un cane (Fonte Istat). Questo dato ci dice che se la metà degli italiani non raccogliesse gli escrementi del proprio cane, le strade sarebbero impraticabili, e invece possiamo camminare senza dover fare slalom ogni due metri. Questo significa che il senso civico funziona più di quanto si creda.
Dire che tutti i padroni dei cani sono zozzoni è come dire che tutti i siciliani sono mafiosi. Una frase che oggi, giustamente, fa inorridire chiunque abbia un briciolo di buonsenso. Una frase ingiusta, razzista, violenta nella sua superficialità. E allora perché non ci facciamo lo stesso problema quando insultiamo in massa chi ha un cane? Perché non ci vergogniamo quando spariamo nel mucchio, accusando indistintamente milioni di persone per colpa di una minoranza?
E allora mettiamo cartelli anche contro chi sputa per terra o getta mozziconi di sigaretta in strada. E perché no, mettiamoli anche contro chi non si lava e ti passa accanto lasciandoti la nausea. L'educazione vale per tutti, non a senso unico.
Facciamo un passo indietro. Nessuno qui vuole difendere chi lascia gli escrementi del proprio cane in mezzo al marciapiede. Anzi, chi si comporta così è un incivile, punto. E merita multe salate, segnalazioni e disprezzo pubblico. Ma quel padrone del cane, non tutti i padroni dei cani. Perché fare di tutta l'erba un fascio è il primo segno di un pensiero pigro, superficiale e stereotipato. È lo stesso meccanismo mentale che ha portato per anni a etichettare interi popoli o comunità sulla base degli errori di pochi. Una trappola pericolosa e, francamente, ignorante.
La verità è che il 99% dei padroni dei cani raccoglie tutto, porta con sé sacchettini, si piega con pioggia, vento e caldo torrido per lasciare le strade pulite. E non lo fa solo per evitare la multa, lo fa per rispetto, per educazione, per senso civico, per amore del proprio quartiere, per dignità personale. Lo fa in silenzio, ogni giorno, senza pretendere applausi. Eppure, basta un solo maleducato per farci tornare tutti "zozzoni" agli occhi di qualche passante inacidito.
E allora diciamolo chiaro e tondo: non siamo tutti uguali. E non lo saremo mai. Non si può parlare di "categoria" dei padroni di cani come se fosse un blocco monolitico. Allo stesso modo in cui non si può parlare dei "napoletani furbi", dei "milanesi freddi" o dei "siciliani mafiosi". È una deriva culturale e morale che dobbiamo combattere. Con le parole, con i fatti, e anche – perché no – con un po' di sana indignazione.
Volete davvero cambiare le cose? Volete strade più pulite? Allora colpite chi sbaglia. Fotografatelo, segnalatelo, denunciatelo. Ma lasciate in pace chi si comporta bene. Non trasformatelo in bersaglio perché è più facile prendersela con tutti che affrontare i singoli responsabili. La civiltà non si misura a colpi di stereotipi, ma nel saper distinguere, ogni volta, chi ha rispetto degli altri da chi no.
E noi, che raccogliamo tutto anche quando nessuno ci guarda, meritiamo rispetto.