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Tum tum tum

01.07.2025

«E adesso come faccio a spiegargli che il sesso non è una sequela di tum tum tum?». Questa domanda mi ha assillato per un'estate intera, precisamente quella del passaggio di mio figlio dalla prima alla seconda media.

Forse noi adulti non abbiamo il coraggio di dircelo, ma alla fin fine i giovani ci piacciono così come sono: indignati, disperati e anche un po' sfigati, proprio come ce li propongono e sicuramente ce li riproporranno la prossima stagione trasmissioni come Ballarò o Piazza Pulita.

Domenica scorsa ero sul balcone di casa e improvvisamente ho sentito delle urla provenire dalla strada sottostante. Era giorno di mercato. Mi sono affacciato e ho visto due uomini di mezza età che erano venuti alle mani (fortuna che li hanno divisi), il tutto perché uno aveva urtato leggermente l'altro con la bici.

Gli Anni Ottanta furono gli anni di Michele, l'intenditore di whisky. Amici e amiche bendavano un tipo belloccio, tale Michele, che tracannava un whisky dietro l'altro fino a riconoscere il "gusto morbido e deciso" di Glen Grant. Michele era diventato il simbolo del maschio doc (l'assunto era semplice: se sei figo bevi questo whisky, altrimenti sei...

C'è poco da fare, omofoba è omofoba. E pure antislamica e antisemita. Se non fosse anche parecchio anticlericale, visto che su papi e cardinali ne dice di tutti i colori, si direbbe scritta nel Medioevo.

Si può anche scegliere di andarsene così, di troppa vita. Ed è proprio così che se n'è andato un ottantenne imprenditore veneziano folgorato in una stanza dell'Hotel Principe di Savoia di Milano, albergo che in passato ospitò anche quel birbantello di Gabriele D'Annunzio (ah! Il Piacere).

Lo state preparando il kit di sopravvivenza raccomandato dall'Unione Europea in caso di guerra? Però fatelo con una mano sola, perché l'altra dovete tenerla aggrappata a certe parti del corpo. Quando sento queste notizie, mi chiedo se è tutto vero o è solo uno scherzo organizzato da quei mattacchioni di Bruxelles quando non sono occupati a misurare...

Le parole

07.05.2025

Parliamo tanto e ovunque: al bar, al lavoro, con gli amici, in famiglia… Dalla nostra bocca escono milioni di parole e tutto sembra "normale", ma le parole hanno un potere inimmaginabile e spesso sottovalutato; possono farci sentire importanti o, al contrario, possono farci male. Pensiamo a tutte le volte che abbiamo ricevuto una cattiva notizia...

Ascoltando le notizie, a volte mi chiedo se il progresso sia davvero una linea retta o piuttosto un cerchio che ci riporta sempre agli stessi scenari, solo con abiti più eleganti e tecnologia più avanzata. Guerre senza fine, disuguaglianze stridenti, il potere concentrato in poche mani, l'uso della paura come strumento di controllo: non suona...

Nel panorama pubblicitario contemporaneo, i progressi sociali sembrano coesistere con una sorprendente resistenza a trasformare determinati immaginari collettivi. Ciò che vediamo sugli schermi televisivi, sui cartelloni e nelle campagne online è spesso il riflesso di una visione antiquata della donna e dell'uomo, ridotti a simboli più che a...

Viviamo in un'epoca in cui tutto deve essere catalogato, inquadrato, etichettato. Le persone, le idee, le passioni: tutto deve rientrare in una definizione precisa, possibilmente divisa tra destra e sinistra. Ma ci sono figure che sfuggono a queste gabbie, che vivono e pensano oltre le categorie imposte. Oriana Fallaci era una di queste.