Benvenuti nel Presepe

12.12.2025

Ogni anno, a Natale, i maestri del presepe napoletano compiono il miracolo più atteso dopo quello di San Gennaro: trasformare la Natività in un palinsesto televisivo dove la Sacra Famiglia condivide la scena con i personaggi più in vista dell'anno.

A San Gregorio Armeno, tra un pastore stortignaccolo e una pecorella spaesata, spuntano figure che sembrano uscite più da un casting Rai che da un presepe.

Quest'anno tocca a Scott McTominay, promosso sul podio dei calciatori-presepiali dopo aver scalzato Osimhen e Kvaratskhelia. Sulla scena non mancano Giorgia Meloni, Donald Trump (ormai cittadino onorario della capanna), Vincenzo De Luca col suo leggendario lanciafiamme - che gli artigiani raccomandano di piazzare lontano da qualsiasi materiale infiammabile, Gesù Bambino compreso - e Jannik Sinner con la sua chioma rosso-natalizio. Il generale Vannacci, mimetizzato tra i pastori, sembra finalmente aver trovato il suo habitat naturale.

Spuntano anche Rosa Ricci e Carmine Di Salvo di Mare Fuori, Achille Lauro (il cantante, non l'armatore) e persino il mitico dottor Nowzaradan, il medico dei casi disperati, pronto a limitare a 800 calorie anche il pranzo di Natale.

Tra le new entry anche l'avvocato Antonio De Rensis, che in quanto a ubiquità ormai concorre direttamente con un Wi-Fi pubblico. Capigliatura da direttore d'orchestra, eloquenza sempre al massimo e un'agenda fitta che lo porta a essere ovunque tranne che nei bollettini meteo. Oggi approderà anche ad Atreju, dove parlerà dei "misteri italiani" con l'energia di chi ha scoperto la caffeina tardi ma bene.

Al suo fianco - o meglio, qualche passo indietro - ci sarà il collega Massimo Lovati, altrettanto dotato in fatto di chioma ma molto meno in quanto a presenza scenica: la lotta è impari, come mettere un lumino al cospetto del faro di Genova.

Tra le nuove statuine del presepe non potevano mancare le star dell'analisi forense televisiva: Roberta Bruzzone e Rita Cavallaro, pronte a trasformare ogni dettaglio delle feste natalizie in un caso da studiare. Per loro il Natale è un thriller psicologico: tre giorni in famiglia con domande destabilizzanti tipo "Ci sono tracce biologiche sui tortellini?". La vera suspense è vedere se riusciranno ad analizzare i segni lasciati dal coltello sul panettone.

Ma tutto si perdona se poi finisci nel presepe: lì, tra Giuseppe e Maria, c'è spazio per tutti. Magari proprio le criminologhe intratterranno i Re Magi illustrando la differenza tra oro, incenso, mirra, e Dna. E chissà, forse quest'anno l'incidente probatorio lo faranno direttamente alla grotta, con il bue come teste chiave e l'asinello a verbalizzare.

Il presepe napoletano è questo: un mondo dove tutto diventa icona, tutto diventa folklore e nessuno, ma proprio nessuno, è al sicuro dal ritrovarsi in terracotta.