Le donne simpatiche

Con il passare degli anni ho sviluppato una forte idiosincrasia nei confronti delle cene di gruppo, contesti che tendono a stimolare i bisognosi di attenzione. Purtroppo non sempre mi è possibile optare per un salutare diniego e quindi, con immenso spirito di sacrificio, mi sottopongo a questi supplizi gastronomici.
Se fosse solo un problema di cibo non sarebbe un dramma, ciò che principalmente rende la cena di gruppo una via crucis è l'immancabile presenza della figura retorica dello scassapalle, sia maschile che femminile. Lo scassapalle maschile si suddivide in due tipologie: quello convinto di essere un piacione, che sciorina senza soluzione di continuità l'insulsa aneddotica della sua vita sessuale, e quello pseudointellettuale che, tra una portata e l'altra, si produce in "interessantissime" retrospettive sulla cinematografia Mongola.
Anche la figura femminile si suddivide in due categorie: c'è la fatalona ipertruccata, che passa la serata a guardare chi la guarda, e la "bella dentro" che se la gioca tutta sulla simpatia. Ecco, questa è la presenza più interessante sotto l'ipotetica lente sociologica.
Sapete perché? Perché le donne simpatiche non esistono in natura, quelle che indefessamente si adoperano per apparire tali finiscono col diventare, inevitabilmente e inesorabilmente, patetiche. La donna può essere affascinante, sexy, ammaliante, misteriosa, sarcastica, cervellotica, forte, fragile, stupida, intelligente, sensibile, cattiva, dolce, geniale, sentimentale, romantica, stronza, antipatica, accondiscendente, perfida, maliziosa, magari pure puttana ma non simpatica.
Nel momento in cui una donna diventa simpatica cessa di essere femmina, diventa un amico, un compagnone, perde charme e femminilità, si spoglia di ogni attrattiva e ci puoi pisciare insieme parlando di calcio.
Se chiedete a cento donne: cosa deve avere un uomo per destare il tuo interesse? Buona parte di loro risponderà: deve riuscire a farmi ridere. Se chiedete a cento uomini: cosa deve avere una donna per destare il tuo interesse? Nessuno di loro risponderà mai: deve farmi ridere. Da ciò si evince una sostanziale differenza: la donna ha la capacità di erotizzare la simpatia, l'uomo no. Perché? Perché l'uomo non ha mai scaricato nel suo genoma il file che rende compatibili amore-sesso-simpatia. Probabilmente non lo farà mai (coloro che fingono di averlo fatto sono degli emeriti cazzari), in quanto razionalmente portato a ormeggiarsi a pulsioni non diversamente interpretabili.
La donna tende maggiormente alla aleatorietà, condimento essenziale per consumare rapporti, siano essi estemporanei o duraturi; l'uomo simpatico esprime positività, giovialità, leggerezza, quindi è teoricamente gestibile ma una volta finito il repertorio annoia mortalmente. In genere gli uomini associano la simpatia di una donna alla misura del reggiseno, e fin quando il contenuto rimane ben saldo la simpatia è sopportabile.
Le cabarettiste fanno ridere solo se sono sexy come le seppie in umido (vedi Luciana Littizzetto e via dicendo); una donna bellissima potrebbe recitare anche un testo di Mel Brooks, eventuali risate maschili sarebbero dovute solo a solidarietà testosteronica.
Le donzelle dovrebbero sfruttare meglio il linguaggio della gestualità, intendo quello ermetico. Una donna che sa aggiustarsi i capelli o togliersi gli occhiali è più attraente di cento donne nude. Certo, fra tanti uomini il messaggio lo coglie uno solo, ma spesso è quello giusto.