Tum tum tum

«E adesso come faccio a spiegargli che il sesso non è una sequela di tum tum tum?». Questa domanda mi ha assillato per un'estate intera, precisamente quella del passaggio di mio figlio dalla prima alla seconda media.
Cari papà di figli maschi, non fate quelle facce divertite, perché anche la vostra consorte vi avrà esortato a parlare di "quelle cose" al vostro amato figlio, onde evitare di essere iniziato al sesso da un filmino pornografico mostrato da un amico più grande.
Sapete perché vi parlo di questo argomento? Perché la settimana scorsa una mia amica psicologa mi ha fatto leggere un libro scritto da una sessuologa tedesca dove, tra le tante cose, l'autrice racconta di una sua amica italiana, manager impegnata e madre separata di un undicenne, il cui figlio è stato iniziato all'esistenza del sesso proprio da un filmino pornografico mostrato da un amico più grande, ed è subito corso a dirlo alla madre. Entrambi sono andati sotto choc, lei per averlo lasciato dormire a casa dell'amico "scafatino", lui per il trauma avuto: «non può essere così, mamma, che schifo», tanto che per settimane è tornato ad ascoltare le fiabe sonore della prima infanzia.
Il mio consiglio è quello di non comprare il libro (infatti non vi cito neanche il titolo), una cagata pazzesca (come disse Fantozzi) che sta vendendo moltissimo e sta facendo diventare ricca l'autrice. Sembra il manuale per montare la libreria dell'Ikea: prendi qui, sposta di là, gira la vite a destra, tre volte a sinistra e poi, alla fine, ti ritrovi con la libreria che penzola da una parte, il cacciavite storto e tre bulloni che ti sono avanzati.
L'autrice è una sessuologa con ambizioni televisive, la quale raccomanda caldamente la lettura «anche ai bambini di dieci anni, perché si sa che ve ne sono alcuni che già a quell'età hanno rapporti sessuali». Mi permetto di far notare che qui la signora manca un pochino di professionalità, perché non ci dice in che percentuale lo facciano e con quale grado di sviluppo anche e puramente fisico-meccanico, ma evidentemente in Germania i ragazzini delle elementari sono più svegli dei nostri, che a undici anni rimangono traumatizzati da un filmino porno e tornano a riascoltare Cappuccetto Rosso. Se qualcuno da quelle parti aveva ipotizzato la razza ariana un motivo ci sarà pure.
Su Amazon il libro ha spopolato e i commenti dei genitori sono tutti compiaciuti di aver potuto finalmente «intavolare una bella discussione sul sesso in famiglia», che è una bella fesseria di per sé (che genitori sono, se hanno bisogno di farsi sostituire da un manuale per affrontare un argomento che spetta a loro toccare, e soprattutto nella maniera più personalizzata possibile).
Sfogliando il libro, l'impressione è ancora peggiore. I ragazzi che vi compaiono, in veste di modelli-istruttori, sorridenti e concentrati a seconda della posizione e del momento, hanno tutta l'aria di compiere un esercizio ginnico con grande sfoggio di tum tum tum, cioè rappresentando l'attività che, vista così, fa un po' senso e un po' ridere, come il capitolo dedicato a posizione scomoda, fatica improba e soddisfazione fugace.
Il libro contiene altre utili informazioni, fra cui le misure medie del pene (la maggiore fonte di ansia per i ragazzi di ogni età e ogni epoca), l'elenco pressoché completo di posizioni-varianti-pratiche più gettonate con o senza uso di mezzi meccanici, il gradiente del gusto dello sperma e altre indicazioni dell'unico genere che un sessuologo può dare, e che dunque non contemplano tutto ciò che evita l'effetto tum tum tum anche agli occhi di un neofita undicenne, e cioè amore, rispetto, mistero e pudore.
Chissà se i genitori, incapaci di affrontare il tema del sesso con i propri figli, reputano così utile che imparino quanto prima a stendere sul letto un «lenzuolo di vinile per un rapporto a base d'olio», o se forse non potrebbero farsi venire il dubbio di aver tralasciato una parte importante dell'argomento.
La desolazione che emana questo libro è molto elevata, non tanto per quegli organi sessuali a vista, per quelle posizioni esibite o per quelle bocche dischiuse, ma per la mancanza assoluta di emozione che provoca. Non prende mai in considerazione gli elementi che impediscono di vedere nel sesso una ripetizione meccanica di tum tum tum, e per spiegare il cunnilingus la sessuologa si esprime nei seguenti termini: «nove volte il passerotto e una la balena, poi otto volte il passerotto e due la balena, quindi otto volte il passerotto…» e tu te li vedi lì quei ragazzini che contano, sperando di far bene, come dice il manuale. Neanche la balena si accoppia così.
E se la nuova generazione genitoriale non sa spiegare "quelle cose" ai propri figli, potrebbe mettere loro in mano un libro che insinui nelle teste adolescenti almeno l'idea della passione. Ma non la melassa tipo Federico Moccia (un altro paraculo diventato straricco a suon di stronzate). Se fossi un insegnante della scuola media, consiglierei agli alunni maschi di leggere "Cime Tempestose". Venne scritto da una zitella inglese a metà Ottocento. Parla di fantasmi, di faide familiari, di odi e di vendette attorno a un amore grandissimo. Il sesso s'intuisce e la passione, invece, è evidente. Scommetto che i ragazzi lo divorerebbero, imparerebbero ad amare e di conseguenza a fare sesso.