Un nuovo Medioevo con i vestiti di Armani

28.04.2025

Ascoltando le notizie, a volte mi chiedo se il progresso sia davvero una linea retta o piuttosto un cerchio che ci riporta sempre agli stessi scenari, solo con abiti più eleganti e tecnologia più avanzata. Guerre senza fine, disuguaglianze stridenti, il potere concentrato in poche mani, l'uso della paura come strumento di controllo: non suona familiare?

Il Medioevo, ci hanno insegnato, era un'epoca oscura, un tempo in cui la conoscenza era custodita da pochi e la maggior parte delle persone viveva nell'ignoranza, soggetta ai capricci di sovrani, papi e feudatari. Oggi non abbiamo castelli di pietra, ma torri di vetro e acciaio da cui pochi controllano le risorse del pianeta. Non abbiamo più le carestie medievali, eppure miliardi di persone faticano a sopravvivere mentre l'élite accumula ricchezze inimmaginabili. 

L'oscurantismo non si manifesta più con roghi nelle piazze ma con la diffusione della disinformazione, con il discredito della scienza, con l'odio che viene instillato goccia a goccia attraverso schermi scintillanti. Eppure, a differenza del Medioevo storico, il nostro è un mondo pieno di contraddizioni. Mai come oggi l'umanità ha avuto accesso a tanta conoscenza, a tanta tecnologia, a tanto potenziale di crescita. 

Abbiamo i mezzi per curare malattie, per sfamare intere popolazioni, per affrontare il cambiamento climatico, eppure ci ammaliamo, intere popolazioni muoiono di fame e il cambiamento climatico non si affronta. Sembriamo paralizzati, intrappolati in un sistema che favorisce il dominio di pochi e la rassegnazione di molti.

Viviamo in un Medioevo con i vestiti di Armani. L'abito è cambiato ma la struttura di fondo sembra la stessa: c'è chi vive nelle luci sfavillanti dei palazzi del potere e chi resta nell'ombra, sperando di non essere schiacciato. Ma la storia ci insegna che nessuna epoca oscura dura per sempre. Forse anche stavolta un nuovo Rinascimento è possibile.